(Karisma Records) Secondo album per i norvegesi Shaman Elephant, album prodotto dal batterista degli Enslaved che conferma una band con una intensità emotiva travolgente. Rispetto al precedente (qui) loro si definiscono più mirati, meno dispersivi, ma non c’è alcun dubbio che questo disco dal provocante sapore vintage continua a catapultare l’ascoltatore verso diverse favolose direzioni stilistiche, tutte basate sul prog rock anni ’60 e ’70, farcito di psichedelia, pieno di accenti hard rock e metal, ma anche capace di instradarsi su sentieri progressivi lontani da ogni concetto di base, imprevedibili e meravigliosamente stupefacenti. La title track in apertura è un viaggio contorto che passa da Hawkwind a prog, arrivando fino a band che hanno dato la natalità all’hard rock. Frizzante ”H.M.S. Death, Rattle and Roll”, un proto metal che con un riff indovinato devia su un prog rock di altissima qualità. Marcatamente vintage e ricca di evoluzioni “Steely Dan”, tecnica che si offre seducente con “Ease of Mind”. Gli albori del metal si presentano con forza su “Magnets”, mentre un doom Sabbathiano s’affaccia sull’esaltante “Traveller”, prima dell’introspettiva e poderosa conclusiva “Strange Illusions”. Una perla di musica d’altri tempi. Musica definibile -forse- semplicemente come ‘musica’. Musica che non s’ingloba in predefiniti sottogeneri, musica libera, musica pura, musica concepita da musicisti per veri e puri amanti della… musica!

(Luca Zakk) Voto: 8/10