(Argonauta Records) Il secondo album degli svedesi Huanastone esce con l’italiana Argonauta Records e bastano pochi secondi di ascolto per capire che non potrebbe essere altrimenti. Uno stoner rock dannatamente fuzzy, sporco e arido, graffiante e pesante, ma sconvolto, apatico ed asociale come il miglior dark wave. Il suond tuttavia risulta anche sensuale, bluesy, brillante ed evocativo… a partire dall’appunto evocativa e deliziosamente classica, la opener “Viva Los Muertos”. Intima, sensuale ma possente “Bad Blood”. L’acustica i “Oliver PT 1” introduce con drammaticità la grintosa e variegata “Oliver PT 2”, un brano che esce dallo stoner per girovagare in ambienti tra il dark wave ed il modern rock. Bluesy e granitica la title track, un brano ricco di melodia, con una chitarra favolosa, cosa comune a “Carnivore”, la quale intensifica l’ambientazione tetra. Pulsazioni con “She’s Always”, introspettiva “Neverending”, elettrizzante e decisamente doomy la conclusiva “Le Petit Mort”. Album coinvolgente, non impegnativo ma assolutamente stimolante. Musica che scorre in testa, nelle vene, nei sentimenti: musica che non impegna ma cattura l’attenzione, tra la pesantezza e la melodia, tra l’elitario ed il fruibile. Un equilibrio ben stabilizzato capace di regalare piaceri che possono essere meglio assaporati nelle ore notturne.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10