(Avantgarde Music) A tre anni da “II – Frozen Light of Eternal Darkness” (recensione qui) torna il black siderale del duo internazionale Battle Dagorath, il quale segna il sesto sigillo in una carriera che li vide al debutto una dozzina di anni fa. Un (altro) viaggio cosmico, un altra espressione di vita compromessa irrimediabilmente, grazie ad un gelo siderale che penetra nella carne, uccidendo, lacerando, torturando. Grandiosa e celebrativa la opener “Womb of the Labyrinth”, un introduzione ad viaggio micidiale. Il black metal più asettico, cinico e glaciale si sprigiona con l’immensa “Incantation of the Vortexx”, sfociando in quell’atmosfera fredda e mortale che separa i corpi celesti di “Spectral Emanations”. Capolavoro immenso “Phantasmal Eye of Dreams”, black metal alla sua massima espressività, black metal pungente portato a temperature violente, crudeli, un freddo atroce e astrattamente astrale. Violenza ricca di tecnica e palesemente avant-garde con “Conjuring the Starwinds”, pura poesia astratta con direzione impostazione nella suggestiva “Twilight of the Cold Sun”. Divagazione spirituale e tragicamente ecclesiastica con la conclusiva e malinconica “Saturnian Moons”. Sogni proibiti, relegati nei più antichi e dimenticati meandri della psiche. Magia e dimensioni trasversali. Ampia impenetrabilità. Ombre morenti e luci accecanti. Il buio risplende più intenso che mai!

(Luca Zakk) Voto: 9/10