(InsideOut Music) Sesto album per gli svedesi Gösta Berlings Saga, la band che porta il nome della novella di debutto dell’autrice svedese Selma Lagerlöf, pubblicazione uscita nel 1891 e poi diventata film (muto) negli anni ’20. Album ovviamente strumentale costruito attorno teorie prog e prog rock, capaci di divagare ovunque… dall’intensità cinematografica, all’intimità minimalista… vagabondando verso una miriade di sotto generi e parentesi stilistiche tali da rendere difficile classificare la band, il disco stesso. Da complessi arrangiamenti quasi orchestrali a sferzate sludge accentate da quei synth ottantiani caratterizzati da una definizione scarsa e rarefatta. Ma “Konkret Musik” è un viaggio da fare a velocità folli, ma a occhi chiusi… ignorando i pericoli, lasciando il lato sensoriale vivo e attivo, recettivo, in totale modalità percettiva… per arrivare a traguardi impensabili, altrimenti probabilmente irraggiungibili. Poesia sonora con “The Pugilist”, ipnosi ed eccitante disagio con “Släpad”, scenografie naturali ma sferzate da utopie digitali con “Vinsta Guldklocka”. Orgasmo di pulsazioni con la stupenda “Basement Traps”, melodia e mondi lontani su “Close To Home”, irrequieta ed elettrizzante la title track. Idee favolose e tecnica esemplari su “To Never Return”, teorie cosmiche su “A Fucking Good Man”, malattia mentale che si sviluppa e manifesta su “Förbifart Stockholm”, delizie melodiche attraversano la conclusiva “A Question Of Currency”. Tra Hawkwind e bands progressive alternative attuali. Futuristici ma legati a tradizioni. Moderni ma dannatamente vintage. I Gösta Berlings Saga non appartengono a nulla, a nessun tempo o schema predeterminato. I Gösta Berlings Saga cerano arte, pura arte, arte libera, arte sincera. Ovvero l’unica arte degna d’essere chiamata… ‘arte’!

(Luca Zakk) Voto: 9/10