copsacredgate2(Metal on Metal Records) La Battaglia delle Termopili è uno dei temi eterni dell’epica e quindi anche di certo metal battagliero: a parte singoli brani (fantastico, ad esempio, “Thermopiles” dei Wotan), per gli ultimi dieci anni conosco almeno due concept album dedicati all’argomento, quello meraviglioso dei nostri Holy Martyr e quello più che dignitoso dei greci Sacred Blood. Ci provano oggi anche i tedeschi e quasi omonimi Sacred Gate, che ho già recensito in passato (QUI): una formazione onesta che produce un album onesto, ma devo dire senza l’aura mitologica dei Martyr (e su questo non si può fare proprio niente), e senza neanche la capacità dei Sacred Blood di creare atmosfere ‘alla greca’, magari con l’utilizzo di qualche strumento tradizionale o spingendo sul pathos più elementare. L’opener “The immortal One”, infatti, più che influenze epic mostra un sound serrato classicamente heavy metal anni ’80, al massimo con qualche tocco NWOBHM nelle trame della chitarra ritmica. Il ritmo cresce con “Defenders (Valour is in our Blood)”: chitarrone priestiano, cori belli pieni e una sezione ritmica incalzante e precisa. Il fatto che ai nostri manchi quel ‘tocco in più’ è testimoniato da due brani in sequenza: la ballad acustica “Never to return” e lo strumentale incalzante “The last March”, sicuramente non brutti, ma abbastanza ordinari nel proprio sviluppo. Finalmente una ruvida epica spartana emerge in “Path to Glory”; la suite conclusiva “The Battle of Thermopylae”, che sfiora i 13 minuti, deve molto a “Alexander the Great” dei Maiden. In fin dei conti un disco per collezionisti, che non demerita in nessun punto ma neanche riesce a brillare.

(Renato de Filippis) Voto: 6,5/10