copvalfreya(Maple Music Records) Pochi ma buoni: gli album dell’etichetta canadese Maple Music che mi sono capitati fra le mani sono limitati nel numero, ma sempre ottimi nella musica! Non fa eccezione il debut dei Valfreya, anch’essi canadesi e guidati dalla frontlady Crook: “Path to Eternity” si rivela una valanga di black/folk/battle metal (e nel mucchio sarei quasi tentato di inserire anche il progressive, per la strabiliante versatilità del songwriting). “Deity’s Grace” ha una componente black molto marcata, ma ci sono anche voci femminili, cori epici e aperture melodiche: un insieme ‘pericoloso’ ma che funziona decisamente bene (mi ha ricordato quelle composizioni dei Crimfall nelle quali non sai mai cosa aspettarti). “Beyond Illusions” alterna momenti acustici a pesantissime sfuriate, mentre “Ocean’s Assault” è un epos possente e vario, dove stonano un po’ soltanto le parti simil-recitate. “Confront Immensity” per quel che mi riguarda è puro battle metal, vicino agli Equilibrium, mentre “Condemned World” mescola veramente di tutto, con passaggi shred prog che stridono deliziosamente con le harsh vocals e le ritmiche indiavolate. “Alefest” introduce qualche elemento di folk danzereccio, ma solo per creare maggior confusione con l’epicità che segue, nello stesso brano e nella conclusiva (e torrenziale) “My evening Star”. Caldamente consigliato a chi nel metallo cerca l’elemento di rottura, il cambiamento inatteso, ma senza gli eccessi di certa musica troppo cervellotica.

(Renato de Filippis) Voto: 8/10