copmagistertempli(Cruz del Sur/Audioglobe) “Lucifer”: sei minuti di doom vintage, sporco di rock e di NWOBHM, oscuro, con un cantato declamante e ritmiche spesso guerriere. “Leviathan”: horror metal nella migliore tradizione del genere, con quel tocco teatrale che è la vera risorsa di queste sonorità. “Logos”: una marcia alienata e martellante condita di stop’n’go dove contano più i vuoti che le ripartenze. Ecco una sintetica descrizione dei tre brani che costituiscono il centro, l’ossatura e il titolo del debut dei norvegesi Magister Templi: li diresti svedesi per le caratteristiche del sound, e invece vengono dall’altra parte della scandinavia, quella del black metal… Copertina dal sapore massonico, artisti che si nascondono dietro pseudonimi magici, e suoni fatti per quella ristretta cerchia di appassionati che divorano questi dischi demodé: lo dimostrano ancora la scarna “Vetriol”, che parte in acustico e si sviluppa su toni che mi hanno ricordato i nostri Hands of Orlac, e ancora l’opener “Master of the Temple”, dove l’anima classica alla King Diamond e alla Pagan Altar che sta alla base del sound è ancora più evidente. Un disco breve (circa 37 minuti) ma che soddisfa con le sue atmosfere stranianti e occulte: da avere in vinile (naturalmente limitato a sole 500 copie).

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10