coptank(Southworld) I più informati fra i nostri lettori ricorderanno sicuramente gli inglesi Tank, fra i pionieri della NWOBHM: nel 2007 la band si è sciolta burrascosamente in due formazioni che… si chiamano anch’esse Tank e pubblicano in maniera assolutamente indipendente l’una dall’altra. Qui ci occupiamo del ‘debut’ dei Tank del bassista Algy Ward, che su questo “Breath of the Pit” si occupa di ogni strumento: compito che, a causa di una serie di problemi di salute, che pare gli precluderanno per sempre la possibilità di tornare su un palcoscenico, deve essergli risultato particolarmente gravoso. Forse anche per questo, il risultato è ben lungi dall’essere strabiliante. Della titletrack, posta in apertura, colpisce anzitutto la povertà della produzione: qualità demo, suono che giunge da lontanissimo, chitarre zanzarose e una batteria fracassona. Il brano in sé risulta abbastanza monocorde e dobbiamo attendere la successiva “T-34” per un buon thrash/speed d’annata. “Kill of be killed” e il suo basso iperdistorto hanno un’aura alla Motorhead, e anche “Victim” suona alquanto rockettara, ma se in questo disco c’è del buono si perde nel mezzo di suoni a tratti veramente indistinti. Va bene la produzione vintage, ma c’è un limite a tutto! E così quando arriviamo allo scialbo strumentale “Circle of Willis” che chiude la scaletta il disco ce lo siamo già dimenticati. Dispiace per l’impegno profuso ma secondo me non ci siamo.

(Renato de Filippis) Voto: 5/10