copfadeout(Fono) All’inizio dei tempi i Fade Out erano una band gothic metal, poi le cose sono cambiate e la formazione russa ha votato la propria musica al nu metal o comunque a qualcosa di molto simile, dunque un metal moderno, muscolare, cattivo, distorsioni che sanno di acciaio e ritornelli che puntellano i pezzi cercando di fissarli nella memoria dell’ascoltatore. Il sound dei Fade Out è una tempesta, dove le componenti che la formano sono aggressività, groove e una voce femminile, Katerina «PaniKa» Davidova, la quale passa dalla modulazione clean ad un growl predominante con furia incalzante. “Welcome to My Hell” riesce nell’intento di fornire canzoni si possenti, ma anche dagli spunti melodici ben definiti, anche se proprio questi ultimi fanno venire alla mente Sepultura, Korn, Soulfly, Pantera e tutto il pantheon di band che hanno inevitabilmente segnato le sonorità di oggi. In questo sconquassante impasto di metallo contemporaneo si distingue “Ultima Ratio”, dove la Davidova usa un cantato clean, i suoi compagni addolciscono appena il sound e il brano diventa una proposta meno irruenta, ma sempre energica. Su questa linea c’è anche “Five Seconds” e “Twitch fot Threads”. Da segnalare anche “Don’t Shoot”, canzone fatta con un sound vagamente alla Rage Against Machine o Suicidal Tendencies. Insomma, sonorità più americane che europee. La potenza di fuoco di questa band russa è fissata in poco oltre 35’, dunque “Welcome to My Hell” diventa da subito assimilabile, ma la brevità della durata è solo un punto che si aggiunge ad un songwriting tutto sommato versatile e vivace. Le influenze dirette poi ci sono, sono palesi, e la formazione russa di certo non rpesenta novità assolute, ma il vero difetto di “Welcome to My Hell” potrebbe essere la longevità: uscito da poco, l’album ha queste sonorità primi anni 2000 e che risentono ancora qualcosa degli ultimi ’90. Sono periodi che hanno già detto abbastanza in questo senso. Con tutta la sincerità del caso, l’album per me è stato piacevole e l’ho ascoltato più volte, ma per i motivi di poc’anzi non so se e quando ritornerò ad ascoltarlo.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10