copwarmaster(Dead Beat Media / Slaughterhouse Records) Per me arrivano dal nulla i Warmaster, ma a quanto pare gli Olandesi sono già autori di un album, “First War” e di uno split con gli Humiliation. Il death metal espresso è degnamente di marca olandese, passaggi alla Asphyx non mancano, ma nella sostanza c’è un debito verso i Bolt Thrower non indifferente. Del resto già il nome della band e le tematiche di guerra (ma non solo) nei testi fanno pensare proprio ai gloriosi Bolts. Death massiccio, quadrato, pieno di mid tempo e diverse frenate che scandiscono marce oscure e tenebrose. La pulizia della composizione e un certo suo ordine a tratti rende il sound molto levigato e in questo mi hanno ricordato i Six Feet Under, nel complesso però la band di Gouda cavalca l’onda dell’impatto, del sound robusto. Le distorsioni sono fragorose ma chiare, il drumming martella con insistenza, senza sconfinare nei blast beat. Corné Bijlemeer esprime un growl grasso e torbido e ben si affianca allo scenario sonoro dei suoi compagni. Notevole quando sconfina in dei grugniti bestiali, anche se li usa raramente. Potrebbe risultare per qualcuno un sound troppo liscio, regolare e in effetti l’uso di un 4/4 molto scandito ed asciutto e le poche concessioni a solismi delle sei corde, rendono “The End of Humanity” un album semplice. Tuttavia la forza, la caratteristica essenziale dei Warmaster è questo incedere regolare, cadenzato ed espressivo di atmosfere turpi che immediatamente restano attaccate nella testa di chi li ascolta.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10