copmadhattersden(Inverse Records) A volte mi chiedo quando finirà l’ondata di band metal provenienti dalla Finlandia. Come fanno, da un paese con cinque milioni e mezzo di abitanti, a venire fuori tante formazioni? Il metal da quelle parti è sicuramente un genere mainstream, ma la produzione di così tanti dischi porta necessariamente sul mercato europeo anche le ‘seconde leve’… e credo sia il caso dei Mad Hatter’s Den. Per carità, non ho niente contro questa simpatica band di Tampere, al debut dopo un ep e un singolo, ma mi sembra che il loro disco sia una specie del bignami del melodic metal venato talora di hard rock, senza una direzione precisa, con brani assolutamente slegati l’uno dall’altro… il che è spesso caratteristico dei gruppi senza una identità troppo marcata (del resto, il sito internet annuncia chiaramente che i set live degli Hatters comprendono materiale originale e rinomate cover… qualcosa dovrà significare!). Dopo il melodic power della titletrack, “Blind leading the Blind” ha un flavour molto più rockettaro grazie ai suoni dell’hammond, presente peraltro in numerosi pezzi. La lunga “Sinister Monologue” gioca con atmosfere che vanno dal metallo gotico al rock anni ’70, mentre “Journey” ha toni più soffusi, da power ballad un po’ sorniona. Lo strumentale “Legacy of Kings” è basato essenzialmente sulle tastiere: organo e clavicembalo creano una atmosfera alla Hammerfall dei bei tempi andati. “The Dark Wheel” fonde metallo priestiano e hammond; con l’oscura “Stone cold Flame” si chiude un disco dove ogni brano è diverso dall’altro. Se volete fare una carrellata di generi classici, accomodatevi pure! Ma forse un disco metal è qualcosa di più.

(Renato de Filippis) Voto: 6/10