copungrace(Metal Scrap Rec.) Nel caso vi mancasse qualcosa dall’Ucraina tra i vostri album che inneggiano ad un death metal fuoriuscito dalla tradizione Fear Factory, Pantera, groove metal, thrash metal, pseudo hardcore, Slayer ultima generazione e via dicendo, allora ecco l’opportunità di colmare questa mancanza con gli Ungrace. Il loro debut album è una bastarda esercitazione di death-thrash metal foderato da colate di groove, scariche di batteria infaticabili (complimenti a Alexander Magdych) e un cantato che mischia Anselmo, Miret, Cavalera, growl, harsh e clean senza sbavature (dunque complimenti anche a Eugene Zoidze-Mishchenko). Se i primi due brani espongono una band dal sound ben ordinato ma poco entusiasmante, il prosieguo è qualcosa che si carica di energia e coinvolgimento. Ecco che già arrivati a “Scarifice”, quarta in scaletta, sposta l’entusiasmo e l’apprezzamento per questo lavoro a livelli più importanti. Non c’è quell’attitudine ottusa, anche se gli Ungrace non rinunciano a caricare come tori, eppure hanno una capacità e precisione di esecuzione le quali permettono di ascoltare un riffing e tutto il resto armato di lucidità, intensità e un fascio di melodie toste e spietate che difficilmente passano sottotraccia. Non inventano nulla, ma fanno tutto bene gli Ungrace.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10