cophammercult(Sonic Attack / SPV) Che gli Hammercult fossero una band interessante lo si era già inteso da tempo, ma questo nuovo album “Steelcrusher” pone gli Israeliani ad un livello decisamente più alto. La capacità di andare oltre un genere e magari infarcendolo con alcune delle tendenze metal più importanti degli ultimi venti anni, pone di fatto la band come una nuova realtà e molto più matura e con una personalità accresciuta, rispetto a quella mostrata in “Anthems of the Damned”, album del 2012. Gli Hammercult si esibiscono nello scenario al limite tra il thrash metal e il death metal, ma al primo uniscono spunti hardcore e crossover, mentre al secondo situazioni melodic ed anche death ‘n’ roll. Ne nasce così un sound veloce, ma più di ogni cosa vivace ed adrenalinico. Tra il thrash teutonico e il death di stampo scandinavo oltre a influenze modern e old style messe insieme, “Steelcrusher” diventa una scure che si abbatte sull’ascoltatore e finendolo in più pezzi, tanti quante possano essere le sfumature di questo album. Non si direbbe dalla copertina, la quale risulta ingannevole ed io stesso in un primo momento ho pensato che fossero altri Hammercult, una band omonima, non quella udita appunto un paio di anni fa. Non siamo nel campo del power metal! Brani tirati al massimo, estremi, anche dalla durata non eccessiva, in media sono sui 3’ e mezzo; oltre alla velocità si distingue una trama del riffing ben lavorata, bilanciata da melodie molto melodic death metal nella sostanza, eppure gli Hammercult sono sempre con un piede nel thrash e l’altro nel death, dimostrandosi ben maturi e coscienti di ciò che fanno. Buoni anche gli assoli, meno esaltante la batteria, la quale viaggia si spedita, ma troppo spesso mi è parsa essenziale, pur non rimanendo mai fuori dal contesto sia dello stile che della velocità. Un lavoro decisamente interessante e, soprattutto, degnamente metal. Magari non a 360°, ma ci siamo, quasi.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10