COPmord_a_stigmata(Pagan Records) Oscurità elevata ad un notevole livello di complessità. Terzo album per i polacchi Mord’a’Stigmata, che si inoltrano ulteriormente su territori avant garde, il filone più raffinato del post black metal. Cinque pezzi che occupano oltre tre quarti d’ora, offrendo durate che, tranne la breve title track, sono orientativamente sempre ben oltre la soglia dei dieci minuti. Stupenda “Inkaust”, la opener, capace di offrire un vero riff black metal, con potenza, rabbia e furia… riuscendo comunque nei suoi tredici minuti ad inerpicarsi su pericolosi pendii fatti di assurdità melodiche, rivoluzioni atmosferiche, per poi tornare improvvisamente su un territorio marcatamente -ed efficacemente- black metal. Anche “Shattered Vertebrae Of The Zodiac” segue la scia della opener, con una intensificazione dell’espressività ambientale, con arpeggi, suoni, atmosfere che si creano e si distruggono in sequenza: dalla metà del pezzo, riesco a intuire ispirazioni che toccano ciò che hanno creato i Pink Floyd. Instabile e malata “Pregressed” che alterna potenza ritmica con improvvise divagazioni che arrivano al puro concetto del suono, fino al silenzio, fino all’esaltazione cromatica del suono stesso. Senza dubbio la traccia che più identifica il genere “post” e “avant garde” dichiarato come intento iniziale. La conclusiva title track è esattamente la descrizione musicale del suo titolo: Ansia, ansia allo stato puro. Due minuti e mezzo di armonia, di suoni rilassanti… ai quali manca il punto, la fine, l’arrivo… generando quindi proprio quello stato d’ansia strano, il quale dopo l’intera esperienza malata del disco, porta ad una condizione mentale assurda, capace di rendere terminali le ferite inferte con le altre quattro canzoni. Decisamente un lavoro esaltante, complesso, non particolarmente innovativo o personale -cosa quasi necessaria in questi territori sonori- ma di sicuro impatto ed efficienza. Le componenti puramente black offrono un canale d’accesso privilegiato alla produzione della band, rendendo più appetibile e comprensibile l’album anche a quegli ascoltatori che non ricercano l’eccessiva complessità. Sostanzialmente la porta di ingresso all’evoluzione del black metal, una porta di sola entrata che catapulta verso un mondo di perversione sonora che può evolversi senza alcun limite.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10