copsubliritum(Battlegod Prod.) Ammetto candidamente di non aver mai sentito parlare di questa band. Nel mio archivio mentale niente mi riporta a loro, eppure sono arrivati a quota tre album. Ciò che mi spinge ad una profonda riflessione, già a metà ascoltodell’album, se non prima, è lo stile. Saranno pure norvegesi i Subliritum, ma suonano come degli svedesi. Suonano come i blackers della porta accanto per via di una nitidezza del sound, per linee melodiche ampiamente sviluppate e continue che si ritrovano praticamente in ogni piega del sound, oltre a qualche cenno prog per come si comportano e copulano alcuni riff e tempi. Tipico degli svedesi che suonano black metal o melodic black, come nel caso della band in questione. Resta però il fatto che molto spesso alcune di queste melodie sono molto più torbide del normale e in questo si sente il tocco della scuola norvegese, in particolare di una certa reminiscenza degli Emperor, anche per alcune magniloquenti e imponenti strutture. Al di là di tutte le sfumature o della genetica di questo sound, resto sbalordito dalla capacità propositiva della band. Un sound ben impacchettato dalla produzione e per come i singoli siano stati capaci di crearlo. Il meglio viene fuori dalle trame di Sverre Bernsten e Dag Leistad Müller, i quali con le sei corde ricamano, cesellano e credo mai finiscano col finire in atti totalmente muscolari o di tipo caotico. Colpi di classe in continuazione. Bravo Vyl (dei Keep Of Kalessin ed ex Gorgoroth) alla batteria (il quale sembra non essere parte permanente della formazione), mentre alla voce compare Jonas Moen e al basso e tastiere di Kristian Moen. Partecipa anche in veste di ospite Baltak. Non so bene se tutti i brani meritino lodi a scena aperta, infatti forse come strutture, soluzioni, passaggi alcuni prevedono cose poco originali, ma non da meno ogni scorcio è un esempio di produttività, di esecuzione, di voglia dei musicisti di liberare il proprio estro. Comunicatività di un qualcosa di profondo e di altamente musicale. “Downfall” rappresenta molto probabilmente un nuovo passo evolutivo per questa band, la quale anche se mi era ignota fino a pochi giorni fa, non oso pensare che abbia già fatto di meglio e che “Downfall” rappresenti l’esatto contrario o un momento di stanca. Non può essere.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10