copTOSELAND(52 Music/Pledgemusic.com) Il rock ‘n’ roll è vita vera. Vita vissuta. Storie vere che diventano bellissime melodie, nelle quali si riversa amore, odio, rabbia, furia, piacere, sogni. E questa è esattamente una storia rock’n’roll, una storia di quelle piene di energia. James Toseland, front man della sua band (voce e tastiere) riparte da zero. Riparte da dove era partito: il rock. Si, perché abbandona -a causa di un infortunio- una brillante carriera, nelle massime categorie del motociclismo, che lo ha visto iridato per ben due volte (2004 e 2007) nel mondiale Superbike, per tornare ad un’altra delle sue passioni: la musica. Chiude il capitolo con i Crash (sua band storica) e dopo aver incontrato Toby Jepson (front man dei Little Angels!) da vita alla sua nuova creazione, una band che porta il suo nome, che vede 5 musicisti pieni di energia impegnati in quarantacinque minuti di rock -hard rock-, di musica esplosiva carica di irresistibile atmosfera, capace di scuotere, sconvolgere, ma anche di coinvolgere e far sognare grazie alle bellissime power ballads. James ha una voce squillante, pulita, lontana dalle voci selvagge dei motori che lo hanno reso famoso, una voce che canta con enfasi ed autentica passione i testi di questo album, questo piccolo scrigno pieno di rock’n’roll dinamico. Evidentemente il danno permanente al polso, che lo ha forzato ad abbandonare la carriera sportiva, non lo limita assolutamente quando si impegna alle tastiere: certo, l’album è orientato su una chitarra esplosiva, linee di basso calde, drumming energetico, ma le parti di piano sono ricche, e dimostrano questo talento nascosto durante il suo periodo di fama nel mondo agonistico. L’ascolto del disco dimostra un orientamento aperto, non strettamente metal, un rock che un vasto pubblico può apprezzare, ma è tuttavia poco celata la vera indole della band, che è palesemente orientata verso sonorità più heavy, più cattive; negli arrangiamenti e nella poderosa produzione è dimostrato come i bordi taglienti siano stati esplicitamente arrotondati: sotto la band è grintosa, il chitarrista non risparmia nessuno, e il dipartimento ritmico crea un tappeto pulsante poderoso. Bellissima e coinvolgente “Coming To Get Ya”. Sporca e grintosa la power ballad (molto power e poco ballad) “Life Is Beautiful”. Rock che pompa su “Singer In A Band”, mentre accendini accesi sull’intensa “Just No Way”, dove la voce di James diventa più calda ed emozionale. Rock’n’roll che sfiora il feeling degli AC/DC su “Burning The System”, mentre le cose diventano pesanti con “Good Eye Blind”, dove il rock “educato” viene ignorato, facendo emergere l’indole animalesca della band, come se l’inquadratura di mercato e la produzione ad hoc non fossero riuscite a trattenere Toseland e compagni. La title track è bellissima: ha uno spirito remotamente Bon Joviano (anni d’oro…) grazie alle tastiere, ma si sviluppa alternandosi al rock cattivo e sporco del quintetto inglese, dove troneggia un assolo di chitarra coinvolgente ed emozionale. Una ottima prova. Un album di rock vero e schietto. Un album che scrive una pagina di storia, che rivendica la passione, che esalta il concetto del credere in se stessi. James Toseland avrebbe potuto deprimersi con la forzata fine della sua brillante carriera agonistica. Avrebbe potuto essere cieco e non vedere cosa la vita poteva offrirgli. Ma lui ci vede benissimo, ci sente meglio e riesce a convogliare la sua grinta, già ampiamente dimostrata in circa quindici anni di gare motociclistiche, in un debutto discografico piacevole, convincente e pieno di sincera energia.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10