copdarkdaysahead(Inverse Records) Ancora Finlandia, ancora Inverse Records. Stavolta mi occupo dei Dark Days ahead, al secondo album, che suonano… beh, un po’ di tutto: non so se esiste il meltin’ pot metal, ma se esiste loro ne sono i principali esponenti! Provo a spiegarmi. L’iniziale “Once we stand, once we fall” è un brano death diretto e con un ottimo guitar working, con il growling sporco di Tony Kaikkonen che fa la sua discreta figura; la successiva titletrack è invece un death’n’roll, cioè un brano classic heavy suonato come se fosse un pezzo estremo! “Last Day of Light” è una ballad acustica tirata, con toni a tratti southern, mentre è accesa “Between the Walls of Fire”, con chitarroni ribassati groove metal che nascondono una struttura abbastanza easy listening se non proprio radiofonica. La conclusiva “Varra” punta quasi a una decadenza post-metal, con vocals minimali, quasi sussurrate, e un riff abbastanza ripetuto (e forse anche ripetitivo). Onestamente non sono un fanatico di questo tipo di album, che sembrano voler accontentare tutti ma spesso finiscono per non convincere nessuno. Presi singolarmente i pezzi non sono male, ma nell’insieme non mi sembrano comporre un album.

(Renato de Filippis) Voto: 6/10