copccrueltysf(Ukem Records) Poco può importare con la musica, ma la copertina di questo split è meravigliosa; però la musica non è affatto male. Cruelty’s Heart e Frostwork sono una band, la prima, e una one-man band la seconda. I Crueltys sono danesi, ma in realtà sono originari dell’Inghilterra, sono di Southampton e si producono in un pagan black metal che ben si sposa alle atmosfere dell’immagine di cui si è detto. Anche l’atmospheric black metal di Frostwork ha la sua buona dose di paganesimo e di epica, forse inferiore a quella (e più costruita) dei suoi vicini di release. Il sound del suo lato è prodotto attraverso chitarre stridule, prive delle frequenze basse nelle distorsioni; insomma è quel suono che spesso si definisce ‘zanzaroso’, ma che io chiamo ‘di ghiaccio’. Allo scream di Dagon (il depositsario del progetto Frostwork) corrispondono e rispondono cori in clean da epica mitologica. Frostwork è un sound scarno, ma arricchito da imponenti blocchi pagani, ancestrali e ricchi di mito. I Cruelty’s Heart hanno realizzato un album due anni fa sei pezzi che compongono la loro metà, la band riesce ad infondere tutto il proprio estro e, soprattutto, l’abilità di dare vita a melodie che fanno da subito presa e irrobustite da un comparto ritmico continuo e, purtroppo, un pochino nascosto dalla produzione, rispetto alle voci e le chitarre. Le canzoni sono più o meno modali, ma l’atmosfera e il tasso epico che si respirano dentro sono notevoli.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10