copwild(Sliptrick Records) I madrileni Wild vanno diretti al sodo: convincono con un disco, il secondo, che sfiora appena i 35 minuti, e che rinverdisce i fasti dell’heavy metal classico cantato in spagnolo, quello dei Tierra Santa, dei Baron Rojo e dei Saratoga. La band è stata fondata giò nel 2004 e ha all’attivo, come il genere comanda, anche due demo, uno split e ben 3 ep. “El Cazador” mette assieme chitarre maideniane e un approccio che ricorda, appunto, i sopracitati Tierra Santa di “Medieval”. “La Noche del Pechado”, già presente su un maxi-single dell’anno scorso, butta in pista un ritornello quasi hard rock; il mid-tempo “Las Marcas del Amor” si basa su un semplice ma efficace ritornello. Alle chiare suggestioni priestiane di “Soy la Ley” risponde la conclusiva titletrack: nella prima parte si può sentire qualcosa dell’epicità dei Manowar, mentre la sezione finale è di chiara matrice maideniana. A qualcuno potranno anche sembrare una raccolta di stereotipi del metallo (dall’abbigliamento ai temi dei testi ai suoni), ma vi garantisco che questi ragazzi ci sanno fare!

(Renato de Filippis) Voto: 7/10