foto1FaithfulDarknessSi è rivelata una piacevole sorpresa l’ascolto di “Archgod”, terzo album degli Svedesi Faithful Darkness, band capace di dare nuova linfa vitale ad un genere ultimamente statico come il melodic death metal. Ho avuto il piacere di fare alcune domande al cantante, Erik Nilsson… (read it in english…)

Ciao! Innanzitutto vorrei complimentarmi per il vostro ultimo album “Archgod”; l’ho trovato un lavoro molto maturo, con un ottimo bilanciamento tra parti brutali e melodiche. Quali aspettative nutrite per esso?

Ciao METALHEAD.IT! Grazie davvero per la bellissima recensione, siamo felici che tu abbia apprezzato il disco. Beh, cercando di essere umile direi che spero che ci sia riconoscimento per tutto il duro lavoro che ci abbiamo messo dentro. Non è stato super stressante, ma volevamo un disco che fosse il seguito del precedente, sai, per restare allo stesso livello. Oggi, con così tante ottime band in giro, devi lavorare più intensamente per restare ad un certo livello, perché magari i tuoi fans più sfegatati sono pazienti ed attendono il novo disco. Ma la maggior parte della gente trova un’altra band e di molla. Così spero che la gente faccia come te, che apprezzi il disco e che gli piace. Noi siamo contenti del disco!

Nel vostro sound confluiscono diverse sonorità: dal thrash metal al death melodico all’elettronica; quali artisti vi hanno influenzato durante la vostra carriera?

Beh, personalmente devo dire Björn dei Soilwork, Thomas degli At The Gates, Mikeal dei Dark Tranquility e Mikeal degli Opeth. Specilmente Thomas e Mikeal (quello dei Dark Tranquillity) in quanto loro scrivono anche testi con un certo significato, che somma una dimensione alla canzone. Parlando di questo: Warren Darn dei Nevermore è un genio! E Nergal dei Behemoth… ascolto un sacco di musica, e lo faccio da quando non ne capivo nulla, ed ho sempre apprezzato gli ottimi testi, in quanto mi ci posso relazionare come i bravi musicisti si possono relazionare a scale, armoniche e cose del genere. Inoltre bands come In Flames e At The Gates hanno avuto un impatto importante su di noi come band. Non penso che gli elementi elettronici nel metal siano una cosa negativa, anche se è bello quando bands come gli At The Gates vanno sul palco a suonare la loro roba senza effetti o backtracks. Il chitarrista, Johan, che ha scritto la maggior parte della musica è un grande fan dei Dimmu Borgir, e credo che si senta.

Come nasce una vostra canzone? Componete separatamente e poi assemblate le parti o è frutto di jam sessions?

Beh, non credo abbiamo mai fatto jamming in senso stretto! Non è proprio per noi. Credo che la musica debba essere un po’ statica per funzionare con i jamming. Ho amici che fanno jazz o blues, dove la musica è più aperta all’improvvisazione. Non so se le band metal di solito fanno jamming, specialmente oggi nell’era digitale. Sai, oggi è così facile presentare un concetto completo di una canzone, anziché un solo riff qua e la. Voglio dire che è molto più facile scrivere qualcosa con il tuo computer e poi modificarlo dopo averlo provato. Credo di poter dire che siamo troppo pigri per fare jamming…

Qual è stato il motivo per cui Jimmy Persson (ex Soilwork) è uscito dalla band? Quali cambiamenti apporterà la sua uscita, considerando anche il fatto che, è un membro fondatore dei Faithful Darkness, oltre alla fama dovuta alla militanza nei Soilwork? Qual è stato il contributo di Jonathan Thorpenberg nella stesura di “Archgod”?

Se ne è andato perché voleva cose diverse dalla sua vita musicale. Jimmy ama sedersi davanti al computer a comporre, mixare, fare mastering e tutta quella parte del fare musica. E noi invece vogliamo fare spettacoli, concerti, intensamente. Abbiamo fatto un piccolo tour Europeo in primavera prima se ne andasse, e per lui è stato uno schifo; il viaggiare, dormire in sacchi a pelo, le feste. Come ho detto, lui semplicemente vuole cuna cosa diversa. Ora noi siamo più in linea tra noi. Vogliamo le stesse cose, contribuiamo alla stessa maniera, ci piace più o meno la stessa musica. Jonathan ha contribuito un sacco! Quel tizio è una macchinetta di canzoni ed un chitarrista fantastico. Se vi sentite questo video, vedrete altro del suo potenziale! Per questo disco si è unito a noi pochi mesi prima di andare in studio, quindi non ha potuto contribuire molto al songwriting, ma lo farà di certo nel prossimo album.

Digipak4Panel

Mi hanno particolarmente colpito i brani “Banished”, con una parte centrale molto epica e “The End Of It All”, dove sonorità vicine al doom si integrano col vostro stile. In futuro amplierete queste sonorità o continuerete a muovervi tra molteplici influenze?

Credo faremo proprio quello. Mi piace l’idea di allargare il nostro spettro di influenze. Perché oggi la gente ascolta tutti i tipi di metal, noi compresi, ed una band dovrebbe poter suonare qualsiasi stile gli piaccia, e non dovrebbe essere strano che ti trovi del black metal sinfonico in un album come il nostro. Siccome sia Johan che Jonathan sono dei musicisti molto in gamba (i chitarristi, ndr), cercano sempre nuove sfide ed io vi posso quasi promettere che esploreremo ulteriormente questi generi.

Avete già pianificato date dal vivo per promuovere “Archgod”? Quando avremo l’occasione di vedervi suonare in Italia?

Abbiamo un concerto per la release del disco in Svezia il 3 Dicembre. E poi si, stiamo pianificando un piccolo tour Europeo per la primavera. Non c’è ancora nulla di completamente riservato, ma abbiamo già parlato con agenti e locali cercando di mettere in piedi qualcosa. Per quanto riguarda suonare in Italia, ci PIACEREBBE TORNARE IN ITALIA!!! Abbiamo fatto uno solo spettacolo in Italia, ed è stato fantastico! Mi piacerebbe fare un tour italiano! Sono vissuto in Italia per un anno, ed a volte mi manca davvero. Quindi si, concerti in Italia ce ne saranno!

Siamo alla fine dell’intervista. Grazie per il tempo dedicato. Lascio a te la parola per salutare i fans e i lettori di METALHEAD.IT

Grazie per il tuo tempo, e grazie a chiunque leggerà queste righe. Spero di vedervi tutti in Italia al più presto!

(Matteo Piotto)