copBeneathTheStorm(Argonauta Records) Torna la one man band slovena con il suo carico di decadenza, sofferenza, malinconia. Agonia. Ancora una volta, come per il precedente lavoro, oltre un’ora di malvagità e toni cupi, oscuri, privi di speranza. “Helen” è perversa. Contiene un respiro malvagio, un alito putrefatto che ti investe i sensi, devia la psiche. Gli accenti sono perversi, potentissimi, l’alone oscuro emerge progressivo, fino a prendere il controllo della scena. E’ letale la proposta dei Beneath The Storm: la one man band slovena non teme confronti e giudizi. Il male espresso è puro, esplicito, essenziale. “Silent Exhale” ne è una conferma… vocals assurde, prevalentemente risate e grida popolano riff oscurissimi, pieni di odio e virulenta putrefazione. “Oceans Of Sleep” eleva a limiti assurdi il livello funereo di questa produzione, generando un intimo desiderio di morte, di suicidio, di fine violenta. “The Endless Void” integra noise per accentuare l’esplicito messaggio già anticipato dal titolo. La conclusiva “Frozen” mette a dura prova chiunque, con i suoi diciasette minuti abbondanti di durata: morte, sofferenza, decadenza, mancanza di qualsiasi barlume di speranza, di luce. Un album impeccabile. Profondo. Un album che l’artista porta ad un livello molto più estremo del precedente “Temples of Doom”. Un costante e letale senso di malvagità ed autolesionismo, da godere nelle tenebre, da apprezzare in preda a trip isterici, droghe, alcol. Sicuramente con la mente lontana da uno stato di lucidità. Micidiale. Intenso. Crudele. Questo doom non offre vie di scampo. Materializza voglie suicide. Davvero, da ascoltare sotto l’effetto di stupefacenti… per intensificarne gli effetti. Fantastico!

(Luca Zakk) Voto: 8/10