copwretch(Pure Steel) Conoscete la storia: i Wretch sono una delle tante band sorte a metà degli anni ’80, messe nel ghiaccio per due decenni e risorte in quest’epoca di revival. I nostri hanno conseguito ultimamente, devo dire, una certa notorietà, dato che la loro “Make this Garden burn” è da qualche tempo la ‘sigla’ dell’Headbangers Open Air. Tuttavia questo “Warriors”, che a conti fatti è il loro secondo full “length”, non brilla in modo particolare, e per almeno due motivi: una eccessiva omogeneità del songwriting, e anche una eccessiva lunghezza, che stanca un po’ l’ascoltatore. Presi singolarmente molti brani hanno un buon tiro, ma è l’insieme che non quadra… “Sleepless Dreams” è americana nella sua apparenza esteriore, ma c’è tanta NWOBHM nei fraseggi di chitarra; spedita e muscolare “The Ones”, con un godibile tocco alla Helstar, mentre “Fallen from Grace” ha uno strano assolo dissonante che la rovina un po’. Anche la titletrack ha un coro così esile che stona. Va molto meglio con “Sacrifice”, i cui suoni sconfinano nel thrash, e con la lunga “All I see”, fedele alle strutture dell’us power metal anche nei cambiamenti d’umore, oltre che nelle chitarre serrate e nel refrain chilometrico. Onestamente monocorde “Sword and Stone”; la cangiante “The Death of Innocence” risolleva nuovamente le quotazioni del disco con elementi alla Metal Church. Buono il refrain melodico di “Never alone”, in chiusura c’è la ballad acustica d’atmosfera – ma anch’essa abbastanza standard – “In those Eyes”. Insomma, un disco che sembra le montagne russe, sale e scende di continuo, e alla fine lascia più che altro un senso di incompiutezza.

(René Urkus) Voto: 6/10