copMOL(autoprodotto) Geniale quintetto danese! Si affacciano sulla scena per la prima volta, dopo essersi formati nel 2012. Questo EP, secondo l’idea della band, è un embrione della loro visione artistica, la quale si sta sviluppando, sia musicalmente che visivamente. Le tre canzoni sono veramente interessanti, denotano capacità tecnica e compositiva ed esaltano un livello di fantasia consistente, offrendo un range molto vasto di ispirazioni che la band sa mescolare con gusto ed intelligenza. Il genere che propongono è difficile da classificare, se non usando una terminologia che da sola confonde per definizione: le parole chiave sono shoegaze, black e post-metal, concetti che offrono ai Møl la libertà di saltare dall’atmosferico al blast beat, da un vocalist estremo a giochi musicali che possono trovare spazio nel rock. La opener “Sundrowned” offre un sound atmosferico spaziale, reso infernale da un drumming forsennato, da uno screamer demoniaco, un concetto letale che viene improvvisamente spezzato da un riff di chitarra allegro, rockeggiante, canzonatorio. “Airy” riprende i concetti della precedente, ma li spinge verso un black sinfonico più violento ma sempre dominato da un impronta marcatamente trionfale. La terza e conclusiva “Makhachkala” aumenta il livello di furia, ma in un certo senso spinge quel feeling trionfale verso concetti remotamente folkloristici, compresa la parte puramente atmosferica, poi violentata da un finale che torna ad essere velocissimo e lacerante. Un ottimo biglietto da visita per questo act: le basi perfette per un percorso da seguire, offrendo qualcosa di godibile, estremo e maledettamente personale.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10