(MySelf music) Ancora una volta il prog italiano riesce a trasmettere emozioni uniche. Questo progetto nasce nel 1984, e dopo diversi cambi di line up, il trio torna oggi con un anticipo, un assaggio, un sorso di tecnica e creatività. Mi piace la mossa dell’anticipo,  l’idea di questo EP che contiene quattro pezzi del repertorio registrati nuovamente con i musicisti e le tecnologie odierne. Le vibrazioni positive iniziano dalla bellissima copertina dove si vede un uomo che sta saltando dentro un vortice liquido in un deserto arido, verso una dimensione eterea. L’immersione simbolica in qualcosa di speciale viene confermata dallo stile di questi ragazzi, i quali sanno veramente come far esprimere sensazioni con i loro rispettivi strumenti e conoscono esattamente le regole di come si suona assieme. Il prog, poi, non è scrivere canzoni, è forse lasciarle libere, lasciarle sfogare in varie jam-sessions, dove ogni musicista è libero di esprimere il suo stile. Le canzoni sono un qualcosa che deve essere scoperto, scolpito. I Canada ci riescono molto bene, e questi pezzi “riciclati”, creano un’altissima aspettativa nei confronti del full-length previsto per l’autunno intitolato “Of Once and Future Kings”. Il disco sarà un concept, quindi una storia, una trama. Sicuramente un’emozione.

(LucaPiotto) Voto: 6,5/10