copdrakkar2(My Kingdom Music) Ah, i Drakkar: se non ci fossero bisognerebbe inventarli! Quando ero un giovinetto (alla fine degli anni ’90…), “Quest for Glory” e “Gemini” mi entusiasmarono come pochi altri dischi: la band milanese ha forse avuto meno fortuna di Labyrinth, Rhapsody, Vision Divine, Domine e altre formazioni italiane che segnarono quella irripetibile stagione del power metal tricolore, ma sta certamente sullo stesso piano quanto a valore e capacità. Ho già parlato bene di “When Lightning Strikes” quasi tre anni fa (QUI) e parlerò ora bene di “Run with the Wolf”, il quinto full-“length” in studio, che la My Kingdom Music distribuisce con un cd bonus di classici riregistrati. “Under the Banners of War”, dedicata al mondo di Lupo Solitario (il librogame! Ma molti di voi saranno troppo giovani per sapere di cosa io stia parlando…) è una opener perfetta: melodica, veloce, con un refrain da pugno alzato mentre cavalcate verso la battaglia. La titletrack è animata da un hammond anni ’70, ma contiene anche progressioni alla Judas Priest fatte per essere suonate dal vivo; “Watcher of the Wall”, interpretata anch’essa con grande brio, è legata naturalmente a “Song of Ice and Fire”. Incredibile anche “Ride the Storm”, con le sue cornamuse e un altro ritornello che al secondo ascolto avrete fatto già vostro. “Burning” è una fast song arrabbiata, ma che non rinuncia a tastiere anni ’70; “Southern Cross” è una deliziosa ballad dai toni apertamente folk. Mentre “Gods of Thunder”, cui partecipano Terence Holler e Olaf Thorsen, fa molto pensare a certi Gamma Ray (e, notate bene, si tratta di un grande complimento!), “Invincible” è una cavalcata molto squillante, ottimo preludio per la conclusiva “Call of the Dragonblood”… che, onestamente, mi è sembrato l’unico pezzo un po’ fuori parte (i suoni di tastiera sono poco adatti al mood del brano) in una scaletta eccellente. “Run with the Wolf” è un grandissimo disco e un potenziale instant classic per gli amanti del power più squillante e cristallino. Non voglio dire che mi ha fatto tornare ai miei diciassette anni, ma poco ci è mancato…

(René Urkus) Voto: 8/10