copzoe(LX, Relief, Great Dane e altri) Zoe e la purezza del rock. Quando hai la purezza hai tutto e dunque ecco che i francesi Zoe implementano stoner, rock blues, southern e dintorni in un “Raise the Veil” che si lascia ascoltare a volume adeguatamente sostenuto. Come è giusto che sia, perché il rock ha bisogno del volume, il suo mezzo per ottenere spazio per espandersi senza compromessi. Zoe, cioè gente di Calais, Dunkerque, Lille, ovvero la Normandia, un meraviglioso spigolo di Francia che si affianca al Belgio e che di fronte ha un angolo di Inghilterra. Eppure il luogo non ha importanza. California, sole e quanto altro di stereotipato, lasciano intendere che è dentro questo sound dall’energia e potenza spaventosamente alte. Cavalca selvaggio ma con una precisione regolare “Raise the Veil”. I Zoe sono energici, sono rock and roll, ma suonano con discreta pulizia e una sensibile precisione. Importa ben poco che qualche riff sia da bollare come ‘classico’, magari alla maniera dei Led Zeppelin o dei Black Label Society, ma che importanza ha? Tutta quella roba lì nasce comunque dal lontano blues che con il tempo ha allevato un figlio che si chiama Rock. Stop. Certo, “Don’t Hold My Gaze”, canzone posta a seguire dell’intro, per un po’ ti fa sospettare che i Zoe giochino a fare gli amici europei dei Kyuss. Invece no, “Raise the Veil” è andante e duro perché piazza un riffing che riscalda l’atmosfera, con la batteria che fa la sua comparsa in modo regolare e un Fred Barriot che ha corde vocali rivestite di catrame e spinge con raffinata forza. Quartetto tosto, il quale trova allegria in un country-blues di stampo Rolling Stones in “Eternal Boy”.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10