copSpettri(Black Widow) Oltre all’immenso valore di questo album ci sono delle riflessioni che sorgono spontanee. Spettri è una band Italiana. Che si è formata nel 1964, raggiungendo la stabilità della line up nel 1970. Mezzo secolo fa. Insomma, non certo una band di ragazzini. Per giunta cantano in italiano… il che è molto poco rock, per nulla metal: Giusto? SBAGLIATO! Spettri è una pura lezione di musica, di atteggiamento, di impostazione. Chiamatelo revival, chiamatelo nostalgia, ma un album come questo suona più attuale di moltissima altro materiale odierno. Senza contare la nobilissima e meravigliosa scelta di registrare tutto analogico con strumenti dell’epoca (non li hanno mai cambiati!) ed in presa diretta. Ma di cosa si tratta? Forse è prog. Forse è doom. Forse è heavy. Quello che so è che si tratta poesia, sia nelle parole che nei suoni. Pura poesia sonora. Un album che integra una vastità di strumenti meravigliosi, come hammond, mellotron, arpa e sax. Un album che sviluppa oltre un’ora di percorso musicale intricato ma maledettamente attraente, instaurando un delizioso feeling occulto, meravigliosamente tetro per una vicenda -descritta nel concept- che si svolge 1001 anni dopo dalla precedente (descritta nel primo album degli anni ’70 mai pubblicato fino al 2012), che accadrà tra più di 900 anni, o che forse è già successa, magari sta succedendo proprio ora. In una celebrazione di metafore favolose, di linee vocali variegate, di atmosfere che descrivono la vicenda con un realismo destabilizzante, l’album eroga -bonus tracks comprese- oltre un’ora di musica senza tempo, senza schemi, senza freddezze digitali, creata per piacersi, più che per per piacere, per evolversi, per esistere e godere di una specie di vita propria.

(Luca Zakk) Voto: 10/10