copHAATE(Autoprodotto) Come promesso, ecco il full length della one man band italiana. Continua il mistero (le informazioni continuano ad essere molto sintetiche); Un mistero che si evolve e che converge in quasi un’ora di black ambientale il quale offre un immenso -ma dovrei dire “infinito”- spazio alla componente atmosferica. Lustre è sicuramente l’astro che guida, che offre ispirazione a Haate, ma rispetto al precedente “As The Moon Painted Her Grief”, del quale evidenziavo un concetto più spirituale e meno terreno, su “Breed: The Forlorn Majesty” il contatto con il nostro pianeta sembra interrotto, ed ogni singolo istante, forte di una deliziosa alchimia digitale, sembra la colonna sonora di un viaggio ai confini del sistema solare, della galassia, dell’universo stesso, dove la violenza e la brutalità delle condizioni (non) atmosferiche viene amalgamata con un costante senso di pace, di eternità temporale e spaziale. L’infinito appunto. Tre capitoli dividono questo viaggio; “Pour The Wisdom Into The Chalice of Life” è forse la più oscura, quella che vanta la maggior quantità di istanti sofferti, estremi, vagamente vicini ad una teoria black. È infatti in questa opener che le linee vocali sono più presenti (molto più marcate e laceranti, sempre nel confronto con Lustre), le divagazioni più metal con riff tortuosi sottomessi alla pace stellare dei sublimi suoni digitali. Rappresenta proprio un rituale che si svolge nei meandri della mente, in collegamento con il nero galattico, la successiva “Ritual of The Crystal Flame”, nella quale l’ambient è ancor più predominante: quasi ventidue minuti capaci di instaurare un clima in bilico tra ansia e relax assoluto. La conclusiva “The Forlorn Majesty”, anch’essa estrema nel percorso ambientale, rappresenta il netto taglio di qualsiasi collegamento con la terra, con il mondo noto, ovvio, conosciuto ed abituale; questa traccia offre suoni oscuramente celestiali, ed è impossibile immaginare il colore, la luce, il panorama; rimane solo il nulla, il gelo, il buio occasionalmente interroto da luminosità astrali remote, lontane. Forse irraggiungibili. Forse già estinte.

(Luca Zakk) Voto: 8/10