copdiabolboruta(Autoproduzione) Per il proprio secondo disco, i polacchi Diabol Boruta si affidano ai canali promozionali della Pure Steel: scelta inusuale, dato il folk metal suonano dalla band esteuropea. Il disco si compone di brani abbastanza brevi, quasi tutti cantati in polacco, e abbondano anche gli strumentali. La lunga intro “…poczatak” disegna fieri scenari pagani, ma senza calcare troppo la mano in direzione viking: più che alla guerra, si pensa alle sconfinate foreste del Centro Europa. Quindi “Epos” si avvicina certamente a quanto proposto dai Finntroll: un up-tempo allegro, con un gran dispiego di strumenti tradizionali, ma con voci abbastanza ruvide. “Kikimora i zboze” è invece molto più festaiola, e rimanda naturalmente ai Korpiklaani; la titletrack, affidandosi a un coro tribale e gioioso, è ancora più vicina (anche nello stile del cantato) alle ultime cose di Jonne Jarvela e compagni. Del resto, i finlandesi sono omaggiati anche con una buona cover di “Vodka”. Dopo lo scatenato violino di “Srebrne Zmije”, arriviamo alle due canzoni conclusive, in inglese: “Kikimora and the Grain” torna alle atmosfere alla Finntroll, mentre “Of the Reapers and Field Maiden” ha un altro tiro, oserei dire più commerciale… più che altro sembra un pezzo melodic metal su cui poi siano stati innestati gli strumenti tradizionali. Una curiosità per gli appassionati della scena.

(René Urkus) Voto: 7/10