copdanzig(AFM) Quale possa essere l’esigenza per Glenn Danzig di fare un album di cover, mi riesce difficile da capirlo. Quando Glenn ha pensato a questa release si è posto delle domande, tra le quali anche se fosse stato possibile per lui mettere in gioco dei nuovi elementi, fornire delle nuove direzioni alle canzoni e presumibilmente deve avere trovato delle risposte affermative. Insieme a due esperti musicisti, cioè Tommy Victor (chitarra dei Prong e voce), Johnny Kelly (batterista negli esordi dei Type O Negative), Glenn fa una scorribanda tra cose di Elvis Presley, Aerosmith, ZZ Top, Black Sabbath e altri, apportando si dei contributi a questi rifacimenti, ma non tutti appropriati. In alcuni casi il risultato appare discutibile. Pessima la cover di “Satan” tratta dal film “Satan’s Sadist”, sia per alcune scelte del cantato che per la musica. Lì i tre Danzig sembrano una band improvvisata per la festa della scuola. “N.I.B.” dei Black Sabbath sebbene suoni possente, grazie anche allo stile chitarristico di Victor, il quale la fa sembrare appunto una rilettura dei Prong, più che un ideazione di Danzig, appare appesantita e, a dirla tutta, Glenn non sembra cantare meglio di Ozzy Osbourne. Anche “Rough Boy” dei ZZTop, fa rimpiangere l’originale. Non è tutto in disastro però: adorabile “With a Girl Like You” dei Troggs, riletta alla maniera punk. Puro esercizio, ma almeno fedele allo spirito originario, la cover di “Crying in the Rain” dei The Everly Brothers. Luci e ombre, nessuna direzione netta. “Skeletons” è costituito da dieci canzoni che segnano momenti di stanca ed altri interessanti, ma senza mai dare quella spinta giusta all’ascoltatore. Il particolare, l’elemento che caratterizza un qualcosa sembra sparire. “Skeletons” segna sulla sua copertina il ritorno della makeup in stile teschio sul volto di Glenn che non si vedeva da decenni. L’artwork è un omaggio alla copertina di “Pin Ups” di David Bowie. Una cover, cover di un’altra cover. Simpatico! La modella è Kayden Kross che pare si dedichi a film per adulti.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10