(Nightmare Records) Sono sulla piazza dal 1998, ma i danesi Seven Thorns giungono solo adesso al debut, e ci arrivano dopo due singoli e un full-“length” mai edito. “Return to Past” è stato masterizzato dall’esperto Tommy Hansen e il nome del disco rispecchia abbastanza fedelmente quello che vi troverete dentro. Il power dei nostri è molto debitore del sound dei primi Stratovarius; il risultato finale è abbastanza scontato ma godibile. “Liberty”, con cui aprono le danze, vede la partecipazione di Olaf Lenk degli At Vance e ha qualcosa dei primi Edguy, mentre “Through the Mirror” ci porta quasi nel territorio happy metal dei Freedom Call. Il brano successivo, per pura casualità, si chiama proprio “Freedom Call” e conquista per il suo chorus semplice e incisivo; tutt’altre atmosfere e un respiro più ampio in “Forest Majesty”. Si chiude con la titletrack, altra canzone che conquista nella sua immediatezza: qualche banalità qui e lì non inficia il risultato finale. Un disco che andrà comunque incontro ad una fascia limitata di pubblico, quella rimasta alle sonorità power entro la metà degli anni ’90.

(Renato de Filippis) Voto: 6,5/10