(Eisenwald) Black canadese recente, formazione del 2014. Ma quando l’oscurità viene dalle vaste terre del Québec è sempre meglio rizzare le orecchie, anche davanti alla palese gioventù di un progetto… ma non dei componenti, tutti provenienti da bands quali Au-delà des Ruines, Chasse-Galerie, Mêlée des Aurores ed altri. Black tipicamente francofono nell’impostazione, tanto che potrebbe essere stilisticamente confuso con un black di origine francese, risulta molto emozionale, efferato e decisamente non convenzionale. C’è una mostruosa dose di malinconia in questa musica, la quale comunque non si abbandona a ritmi troppo rallentati o depressivi, piuttosto riesce ad esprimere sentimenti decadenti con energia, forza, tecnica e tantissima emozione. Immediatamente intensa “Le Froid Lépreux”, un black veloce, ma mai esagerato, focalizzato su una devastazione d’insieme piuttosto che verso una definizione dei suoni, offrendo una melodia globale supportata dalla potenza sonora. Un black che offre spazio qui, ed altrove, ad una chitarra suonata, solista, e non solamente concepita per il massacro. “La Meute” è una canzone che risalta moltissimo: dopo una furia spietata si apre lo scenario su un riffing teatrale, cadenzato, con un tremolo che disegna la decadenza con grande efficacia. Questo accento viene ulteriormente marcato sulla seguente “Tourments des Limbes Glacials”: apertura invitante, acustica… e conseguente iniezione di ritmo e melodia oscura, delicata ma maledetta… con una virata verso un tema trionfale, epico, esaltante. Bellissimo il lungo assolo su “Transis”, estremamente oscura l’atmosfera della conclusiva “Le Mangeur d’Os”, un pezzo che rappresenta il punto di unione tra black, black vagamente sinfonico ed i primissimi Sodom. Un disco forte, esaltato da musicisti in gamba, da una composizione valida e da un vocalist con un growl oscuro che mi ricorda i Tribulation, anche se più pesante e capace di modulazione melodica, quest’ultima sempre rinchiusa in parentesi rauche e brutali. Un disco che esalta il black metal, che inneggia al black metal, che spinge la tradizione del black metal offrendo una interpretazione personale, campanilista, assolutamente indovinata.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10