copburieda16(Autoproduzione) Fino a ora i Buried Side avevano inciso un EP, realizzato un video e percorso diversi palchi della loro Svizzera, sono di Neuchâtel, e fuori di essa. Il 2016 ha visto la band avviarsi al primo passo in studio per un formato importante e di certo non era scontato che la band deathcore realizzasse un lavoro così lucido e di qualità. “Heading to the Light” presenta per l’appunto un deathcore molto tecnico e che sfuma nel djent, fino a toccare il prog, pur fornendo ampi scorci melodici, soprattutto per alcuni di essi di stampo folk e dai toni mediorientali. Arabeschi e sortite invasate di melodie arcaiche oppure di stampo classico (per esempio “Ways of Transfiguration”) che si rincorrono nell’ambito delle singole canzoni e rendono questa mezzora e oltre, una carrellata di deathcore piuttosto dinamico e comunque orchestrato con una durezza e aggressività ben percepibili. Un groove spesso presente dona tonicità al sound che comunque subisce una produzione che rende i suoni si puliti, ma fin troppo scheletrici e digitali, come accade per la doppiacassa della batteria ad esempio. Una maggiore profondità e densità del suono non avrebbe guastato. Questo però è l’unico appunto possibile, a conti fatti i pezzi creano un flusso sonoro che sa di durezza e al contempo di un filo melodico eccentrico e fantasioso. Proprio l’aspetto melodico permette di assimilare ancora meglio i pattern ritmici e la caterva di riff che fanno da spina dorsale a questo debut album molto interessante.

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(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10