(Total Metal Records) Mentre i generi classici perdono terreno nell’Europa centrale e mediterranea, sembrano invece guadagnarne in certe realtà della scena metal ritenute (spesso a torto) marginali. Lo dimostrano i Majesty of Revival, dall’Ucraina, che si dedicano nel loro disco d’esordio a un power/prog come quello che andava fortissimo dieci anni fa, e che in Italia aveva come massimi rappresentanti Labyrinth prima e Vision Divine poi. L’iniziale “Meaning of Life” è subito involuta e complessa, con chitarre lanciate a mille e un controcanto growl di forte impatto. In “The Moonlight” emerge in modo prepotente l’anima neoclassic della band: bello e veloce l’assolo. Sulle stesse coordinate “The Code”, ma qui emerge il problemino del disco, perché non sempre il cantante Konstantin Naumenko è a proprio agio con gli acuti. Immancabile lo strumentale-passerella, che prende il nome di “Masked Illusion”; “Blind” rallenta il ritmo e si concede qualche divagazione di piano, mostrando come la band non abbia sempre la necessità di correre a tutti i costi. Una dose inattesa di violenza sonora in “Magnalia Dei”; della lunga “Epigolus” davvero ben riuscita la seconda parte, con strumentazioni epiche e pompose. A parte qualche piccolo difetto una buona produzione di genere.

(Renato de Filippis) Voto: 7/10