(Metal Scrap Records) Forme senza definizione che si nascondono nelle tenebre. Oscuri concetti che si delineano in un orizzonte indefinito, confuso, avvolto dalle fiamme. Gli architetti di questa geometria delle ombre sono tre, hanno un passato oscuro, confuso, violento. Provengono da Kherson, Ucraina, quasi sulle rive del Mar Nero.  Non seguono modelli, non hanno maestri, non s’ispirano ad altri. Maledettamente personali, estremamente originali, unici, creativi.  Il loro lavoro, composto da nove tracce è estremamente invitante, ipnotico, malato. Scolpiscono nell’aria un black metal melodico caratterizzato da una serie infernale di perversi mid tempo. La velocità non è assolutamente una priorità, anzi; e le tastiere sono usate in maniera accennata, limitata. Musica ruvida concentrata su batteria, basso, chitarra e voce. Riff armoniosamente coinvolgenti, ricchi di idee, soluzioni, proposte in fatto di ritmiche di assoluta rilevanza. Riescono a creare un ambiente oscuro, mura nere elevate da una presenza musicale totale. Barriera invalicabile, impenetrabile. La voce di Saurg è un growl marcio, dal tono alto, mai gridato, mai troppo profondo: semplicemente demoniaco. Riescono a trascinare con composizioni che sono tetre, vecchia scuola, ricche di un basso caldo e voluttuoso, scandite da un drumming folkloristico e da una chitarra assolutamente completa, intelligente e capace. E’ fantastica la sensazione che offrono, che mi fanno percepire: mentre li ascolto sento richiami a black metal noto, antico, mi abbandono. Poi loro riescono a confondermi, distogliere la mia mente dalla concentrazione, mi attirano verso la loro perversa creatività, ed io cado, nell’abisso, e sento cose nuove, sensazioni nuove, torture nuove, ferite fresche. “The Legacy” mi fa impazzire.  “Geometry Of Shadows” è una marcia funebre verso l’abisso. Sofferenza pura con “Ancient Mother”. Inserti folkoristici con “From Earth to Heavens”. Un album completo. Che gioca sulla sua stessa struttura (“The Legacy” e “From Earth to Heavens” si invitano, si suggeriscono). Una strepitosa ventata di novità nel genere. I Dammerung sono determinati, e seguono le proprie idee. Non copiano, non imitano. Fantastico poter sperimentare queste emozioni in una scena tanto affollata. Questi Dammerung meritano veramente di emergere, di farsi notare. Per gli amanti del Black è assolutamente un disco da avere.

(Luca Zakk) Voto: 9/10