copETHS(Season of Mist) I francesi Eths non sono prolifici. Dal 1999 ad oggi hanno prodotto solo quattro dischi. Inoltre non sono nemmeno una band in senso stretto, visto che è rimasto solo il chitarrista Staif e negli ultimi 5 anni è cambiata tutta la line up, compresa la vocalist, quella malata di mente carismatica che di nome fa Candice Clot. Ricordo ancora l’ottimo “Tératologie” del 2007, poi li perdetti… come detto, sono poco prolifici… il terzo album uscì 5 anni dopo… forse li avevo dati per morti e non me ne sono proprio accorto. Ed ora mi viene proposto “Ankaa”, dove non trovo più nessuno della gente di “Tératologie”… tranne quel sound bastardo che rimane preciso, massacrante… con la bella e selvaggia Rachel Aspe al microfono… front woman che non fa assolutamente rimpiangere la figura storica fuoriuscita dalla band nel 2012 dopo la pubblicazione di “III”. Ed è proprio Rachel a dare prova di continuità stilistica: capace di risultare celestiale e provocante nei “clean” quanto spietata e disumana nel growl, tanto da competere con un vasto range di concorrenti maschili militanti nella musica più estrema (è pure apparsa su un talent show francese, ma è qui -c’è poco da fare- dove rende al massimo!). Musicalmente siamo su quel avantgarde-core iper prodotto, pieno di sconvolgente elettronica molto ben concepita, con riff letali e privi di pace, ma anche atmosfere inquietanti, momenti decadenti per una generale visione estremamente oscura di ogni singolo istante di questa ora di musica veramente estrema secondo moltissimi punti di vista. Intensa e ricca di cambi “Nihil Sine Causa”. Tetra e micidiale “Amaterasu”, oscura ed inquietante “Nixi Dii”. Ottimo l’uso della doppia voce di Rachel su “Vae Victis”, mentre “HAR1” è priva di luce e piena di divagazioni in un’atmosfera pesantissima. Strana ed etnica “Sekhet Aaru”, mentre l’intenso uso della voce clean su “Kumari Kandam” quasi cambia la direzione stilistica dell’album, senza comunque risultare fuori luogo. Assurda e meravigliosamente digitale “Alnitak”, sorprendente “Alnilam”, trionfale ed epica la conclusiva “Mintaka”. Gli Eths pubblicano un album ogni secolo. Circa. L’opposto dell’iper produttività noiosa di molti altri gruppi. Con Eths ogni album è una sorpresa, una rivelazione che rimane dentro un range stilistico ben determinato, ma che è capace di stupire e generare sorpresa. È per questo che mi sono interessato a “Ankaa”: la particolarità di questa band è che ogni album è un qualcosa che attira l’attenzione, che merita attenzione… in quanto mai si sa cosa ne può scaturire. E le sorprese sono spesso fantastiche!

(Luca Zakk) Voto: 8/10