Layout 1(This Is Core) È bello sapere che i quattro che costituiscono i No Frontiers portano avanti la propria musica fin dai banchi di scuola, quando all’epoca (era il 2000) tre ragazzi dei quali due fratelli, inseguono l’idea del punk rock sulla scia dei Green Day, Blink-182 e altri. Con l’innesto del quarto elemento la band si è poi evoluta e consolidata nel tempo, attraverso esperienze dal vivo e in studio. “Moving Forward” è un nuovo album, già preceduto già da un EP e da un altro album ancora, che mette in mostra i pregi, ma anche qualcosa da rivedere per i milanesi. Il punk rock molto americano dei No Frontiers manifesta anche una sporadica ma graffiante situazione alternative/grunge, oltre a qualcosa di avvicinabile al pop e in tal senso va presa in considerazione la graziosa “Wake Up Call”. Di base è punk rock dunque, mentre quel pizzico di salti di stile a tratti determinano una disomogenea attitudine nei pezzi di “Moving Forward” e il risultato finale è quello di rendere l’album slegato tra le canzoni. Le chitarre fanno la voce grossa, grazie ad accordi forti e aperti; però tale potenza a tratti viene meno, spuntano suoni deboli che determinano canzoni carine che si fanno piacere da subito, pur rischiando di avere una scarsa tenuta al passare del tempo. Dunque canzoni piacevoli e altre forse cariche del ‘già sentito’, vedi “Paradox”, mentre qualcosa di nettamente eccellente si intravede in “Counting Down the Days”, canzone che rappresenta qualcosa di più completo e ricercato. Voce da rivedere perché non sempre il cantato si pone nel modo giusto. Complessivamente la band sulle canzoni cerca di fare comunque la sua parte, nello scriverle, nel dare loro una linea melodica logica e non solo pensare a suonare in un certo modo. Oggi non tutti sanno scrivere canzoni e invece i No Frontiers qualcuna interessante l’hanno scritta.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10