copearths16(Napalm Records) Lo sludge-doom di marca tedesca è sempre più e nuovamente Earth Ship. Ormai al quarto album e sempre più incastonati nel groove, nel riverbero dei suoni, nei passaggi appunto doom e conseguentemente marcati, i tedeschi mostrano la corrosività del genere sludge. Inscenano vibranti, dense, ombrose atmosfere e tutto per rendere il suono spesso, forte. Non c’è carenza di melodie per gli Earth Ship, anzi le canzoni sembrano avere uno sviluppo abbastanza dinamico, evitando così alla band di impantanarsi, soprattutto per un sound che spesso è proprio nella pesantezza e nell’essere monolitico a stancare l’ascoltatore. Manca un’assoluta novità, un qualcosa di esaltante, ma almeno i passaggi che determinano le canzoni riescono a scorrere e rendere comunque vivace l’ascolto. Il suono robusto, carico, è ovviamente l’aspetto migliore e caratterizza il tutto. Atmosfere oscure, a volte, oppure ipnotiche come nel caso di “Monolith”, canzone ancestrale e misteriosa. Pronunciato il lato duro e ossuto, mentre una sottile vena di rhythm and blues percorre “Safeguard of Death”. Registrazione cristallina, forse anche un tantino patinata, ma almeno all’ascoltatore non viene lasciata la possibilità di smarrirsi e ‘perdersi’ qualche nota o passaggio. Tutto scorre nei quarantasette minuti di “Hollowed” e alla maniera del ritornello di “In Fire’s Light”, ovvero “the sands of time are running low”. Gli Earth Ship si ripresentano attraverso un set di canzoni che rende solidità alla propria reputazione.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10