copSodom(Steamhammer/SPV) Facciamola breve: il resto non ha più senso. Non so quali band storiche amiate o seguite, quale band famosa dell’epoca d’oro stia per pubblicare un nuovo (un altro???) insignificante disco. Lasciate perdere. Questi sono i Sodom (inchinatevi!) e questo è il loro fottutissimo quindicesimo album (prostratevi!). Inserirete il CD nel player, il disco sul piatto o farete play nel lettore mp3 (lo pubblicano un po’ in tutti i formati) e la vostra soleggiata giornata di fine agosto diventerà una pestilenziale ed incandescente devastazione, con maledetti aerei nemici che bombarderanno la vostra città, tutti i colori e gli odori estivi diventeranno tonalità di grigio ed olezzo di morte. E decomposizione. Un po’ la ricostruzione di quegli scenari ‘idillici’ che la demenza umana riesce a creare ogni volta c’è una ‘buona’ occasione (in questo caso si parla de Giugno del 1944 con il famigerato sbarco in Normandia). Uno dei tanti eventi di sangue, uno dei tanti eventi di guerra, uno degli argomenti che Tom riesce a mettere in musica e parole con efficienza e cinica descrizione da oltre trent’anni. “In Retribution” ha un groove letale; ed un ritornello memorabile. Con “Rolling Thunder” iniziano preoccupanti dolori a qualsiasi cosa (muscolo o osso) sia collocato lì dietro, tra testa e fondoschiena: una canzone superlativa, potentissima che offre anche una inquietante partentesi con arpeggio di chitarra acustica (usata anche altrove nell’album). La title track, pone fine all’esistenza delle vertebre aggiungendoci un assolo strano e decisamente efficace. “Caligula” e “Who is God?” sono un ovvio e piacevolissimo tributo ai Motörhead (faccio notare che la copertina dell’album è stata curata da Joe Petagno…), con la seconda ricca di evoluzioni melodiche interessanti. Ancora tetra melodia e coinvolgenti assoli con “Strange Lost World”, canzone costruita su un riff ossessivo ed irresistibile. “Vaginal Born Evil” è feroce, grezza, perversa… ma con un ritornello da coro micidiale, mentre la seguente “Belligerence” alterna riff mid tempo in perfetto stile black metal a blast beast furiosi a parti melodiche fino alla chitarra acustica, con linee vocali che arrivano allo screaming. Tirata, contorta e diretta “Blood Lions”, classica “Sacred Warpath”, oscura e maledettamente catchy la conclusiva “Refused To Die”. Un disco estremamente oscuro. Pesante. Ma anche meravigliosamente melodico e stracolmo di riff spezza vertebre. Crudele e maligna la performance vocale di Tom. Tuonante il drumming, feroci chitarra e basso. Se siete tra quelli che mi leggono abitualmente sarete pronti a farmi ricordare che nel mio testo relativo a “Epitome Of Torture” scrissi qualcosa come ‘…sono semplicemente troppo devoto, e troppo insignificante per dare loro un giudizio’. Avete ragione, ma un po’ come fanno i Sodom, io me ne frego di tutto e di tutti e davanti ad una mazzata, ad un pugno sul muso come “Decision Day”, mando a fare in culo i buoni propositi ed un giudizio lo sputo fuori! Perché “Decision Day” non è solo un disco obiettivamente fantastico, ben registrato, intelligente e perfettamente attuale pur restando un disco dei Sodom classici… ma è un’affermazione chiara, una dichiarazione urlata in faccia battendo il pugno sul tavolo da parte di una band capitanata da un signore di cinquanta tre anni che rifiuta di far musica per il fondo pensione o per gli studi di figli o nipoti. Lui suona e manda avanti questa band storica perché deve: è un suo bisogno primario, è una necessità. E quello che dice, vuole o pensa la gente non è assolutamente affar suo: semplicemente non gliene importa un cazzo. E “Decision Day” conferma questo atteggiamento togliendo qualsiasi debole traccia di dubbio.

(Luca Zakk) Voto: 10++/10

(Steamhammer/SPV) I Sodom rappresentano un validissimo esempio di coerenza, nonostante non abbiano mai pubblicato un album uguale all’altro. Da sempre fedele al thrash metal più oltranzista, il terzetto capitanato dall’inossidabile Tom Angelripper è riuscito a cambiare pelle continuamente, mantenendo allo stesso tempo riconoscibilissimo il proprio marchio di fabbrica. Sono davvero pochi i lavori sottotono sfornati negli anni dai nostri, che negli anni in cui il thrash sembrava non interessare a nessuno, sono andati controcorrente inserendo elementi punk/hardcore, rendendo la proposta ancor più violenta e spigolosa, anche se non sempre ispirata (“Masquerade In Blood”, ad esempio). Non nutrivo, quindi alcun dubbio sulla qualità di questo “Decision Day”, ma non mi sarei mai aspettato un capolavoro di tale portata! Quest’album spazza via ogni altra uscita in ambito thrash uscita negli ultimi anni. I Sodom sono tornati in ottima forma, e ora sono cazzi amari per tutti. Tutte le caratteristiche innate che hanno reso la band un’influenza imprescindibile in campo estremo sono racchiuse in questo capolavoro. Tom limita molto gli spunti melodici a livello vocale che caratterizzavano gli ultimi album, rispolverando lo stile abrasivo e caustico, precursore del death metal utilizzato in un caposaldo del genere come “Persecution Mania”. Bernemann si conferma una macchina da guerra con la sua chitarra, sfornando riffs letali, taglienti come rasoi, fottutamente thrash, fottutamente old school, riuscendo allo stesso tempo a non assomigliare a nient’altro che allo stile Sodom, mentre gli stacchi melodici e gli assoli sono sempre di pregevole fattura. Makka è una furia dietro il suo drum kit, offrendo una prestazione violentissima ed estremamente tecnica. “Belligerance” è una mazzata allo stomaco, con parti velocissime e furiose, rese ancor più letali da un breve e dolce interludio acustico. La title track alterna mid tempo a parti thrash grattugiate, riffs contorti e sfuriate quasi punk nell’attitudine. Non oso immaginare il massacro sotto il palco che potrà scatenare “Vaginal Born Evil”, pezzo che non esito a definire letale, dalle chitarre slayeriane che macinano partiture estremamente accattivanti, invitando al pogo più selvaggio. “Strange Lost World” ha un incedere rallentato, sinistro e maligno, richiamando alla mente ancora gli Slayer di “Dead Skin Mask” nelle atmosfere, ma inconfondibilmente Sodom nello stile. Un album di incommensurabile bellezza, che si colloca al primo posto della mia personale classifica del 2016. Sarà impresa ardua per chiunque, riuscire a scalzarlo.

(Matteo Piotto) Voto: 10,5/10