copSaintVitus(Season Of Mist) Sono poche le bands al mondo che possono vantarsi di rappresentare un genere musicale, anziché suonarlo solamente: Judas Priest, per quanto riguarda il metal più puro, Slayer in ambito thrash, o Cannibal Corpse se parliamo di brutal death metal. Per quel che concerne il doom, sicuramente la palma di portabandiera del genere spetta agli inossidabili Saint Vitus. Sin dalla loro formazione, avvenuta nel 1979, la band capitanata dal chitarrista Dave Chandler porta avanti quel sound lento e funereo inventato dieci anni prima dai Black Sabbath, enfatizzandone ulteriormente la pesantezza. Incuranti delle mode, i nostri hanno proseguito con coerenza, senza mai imporre brusche sterzate stilistiche, diventando una garanzia per i fans più oltranzisti del doom. “Live Vol. 2”, come si capisce dal titolo, è il secondo album ufficiale dal vivo della band, che a distanza di ventisei anni dal primo “Live”, si presenta in perfetta forma. La chitarra ultra satura di Chandler disegna riffs catacombali, ben supportata da una sezione ritmica potente e precisa, in evidenza quando la sei corde si lancia in assoli psichedelici, distorti e ricchi di effetti, con largo uso del wah-wah. Su questo potente tappeto sonoro, si staglia imperiosa la voce di Scott “Wino” Weinrich che si conferma nuovamente come una delle voci più belle e personali all’interno del genere. Il concerto è stato registrato in Lussemburgo nel 2013, per promuovere l’uscita dell’album “Lillie: F-65”, quindi alcuni pezzi di quest’ultimo si mescolano con altri episodi della lunga carriera della band, anche se noto con disappunto la mancanza di brani dal bellissimo “Die Healing”, album che personalmente adoro. Le ritmate “War Is Our Destiny” e “Look Behind You” scaldano degnamente il pubblico, con il loro incedere piuttosto veloce, considerando i canoni della band. A seguire le nuove “Let Them Fall” e “The Bleeding Ground”, dal riffing catacombale e solenne. Brani nuovi e classici si susseguono, fino alla conclusione affidata all’immortale “Born Too Late”, a suggello di uno show impeccabile, che ci consegna una band in forma smagliante, capace di sfornare brani epocali da più di trentacinque anni.

(Matteo Piotto) Voto: 8/10