coplordi16(AFM) I Lordi sono bizzzarri e non solo per il loro look o per i testi sempre colorati di cose assurde ed estreme. Il loro modo di fare musica è in se qualcosa di carnevalesco e soventemente danno questa impressione a chi scrive. In fondo i Lordi sono sempre una parodia del carrozzone metal che tende all’horror. Il nuovo album della band risulta ‘insolito’ nei fatti, nella struttura stessa del suo essere. La band ha pensato di dividere “Monstereophonic (Theaterror vs. Demonarchy)” in due sezioni: la prima è “Theaterror” e racchiude dei pezzi molto catchy, orecchiabili, alcuni ballabili o comunque buoni per passaggi radio in fasi spesnierate della giornata e meglio ancora nelle ore da sfogo e ritorno a casa. Parliamo di materiale classico e strutturato su strofa-ritornello-strofa con ambientazioni anche old style. Tra l’altro proprio queste sono bene assemblate nella dimensione stile hard rock degli anni ’80 (avete presente cosette dei Kiss e i pezzi più leggeri di King Diamond?) dalla produzione di Nino Laurenne (Apocalyptica, Stratovarius, Children Of Bodom, Amorphis), produttore anche per “Deabache”, album della band del 2008. La seconda parte è “Demonarchy” e rappresenta un concept che vede al centro le figure del lupo mannaro, la strega e il vampiro. “Demonarchy” mostra un sound più aggressivo, non è hard rock, ma del metal vero e proprio che punta a cavalcate heavy & speed e con progressioni. Heavy & prog per quella che è come al solito una grande presa in giro, un riderci su, di quel metal teatrale o che ostenta sangue, pipistrelli e cose alla Halloween. “Demonarchy” si fa piacere anche di più rispetto a “Theaterror”, vuoi per una ragionevole e studiata concretezza della musica, vuoi perché anche in questo modo i Lordi trovano la giusta quadratura del cerchio per inserire ritornelli che fanno breccia. Con i Lordi a volte è tutta una sorta di barzelletta la quale ovviamente può far piacere e far ridere qualcuno, ma non impressionare più del dovuto altri. Tutto rientra nel gusto personale dell’ascoltatore, nella propria sensibilità e a come si guarda la vita e l’arte. Insomma ci si approccia a questo sound che «po’ esse fero o po’ esse piuma» e alla fine ridiamoci tutti sopra, ma intanto la band sa bene cosa dare ai propri fan perché sa cosa essi vogliono.

(Alberto Vitale) voto: 7,5/10