copdeade16(Vic Rec.) I Dead End in questione sono quelli provenienti dall’Olanda. La formazione prese vita nel 1988 e pubblicò due demo e un EP, guadagnandosi poi una certa fama nell’underground anche grazie ai supporti dal vivo a Pestilence, Gorefest, Phlebotomized e altre formazioni note dei Paesi Bassi. L’anno scorso la Vic ha pubblicato la compilation “For Ever is Not Eternal” (QUI recensita), annunciando la rinascita dei Dead End. Una rinascita che passa sotto il segno del bassista Alwyn Roes, unico membro originario che si allea a nuovi elementi per rimettere in moto questa macchina di death-doom dai connotati old syle. Siamo su tinte alla Paradise Lost degli esordi e cose del genere. Le atmosfere sono cupe, profondamente oscure, il riffing produce enormi squarci melodici con tanti accordi aperti e sequenze lente. Non mancano momenti più vivi, i quali capitano sempre nel mezzo delle composizioni. Le tinte fosche sono l’essenza dei Dead End di questo ritorno, pur riflettendo che dovranno comunque definire il proprio stile, la propria anima già dal prossimo futuro. “Reborn from the Ancient Grave” infatti è prettamente doom per dei versi, mentre per altri, soprattutto le ‘cavalcate’, si avvicinano al death metal e questo lascia all’ascoltatore qualche oncia di disorientamento.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10