copdistantpast2(Pure Steel Publishing) Il quinto album degli svizzeri Distant Past, quella specie di reincarnazione parallela degli Emerald di cui ho già parlato QUI, è un ambizioso concept album di taglio ‘teologico’ che vede anche la partecipazione di Thomas Winkler dei Gloryhammer. Di base, i centroeuropei da un lato ricordano la band madre (“Ark of the Saviuor” va certamente in questa direzione), dall’altro sperimentano anche verso l’heavy/thrash americano (emblematica in questo senso “The Road to Golgotha”, con la sua accelerazione finale, ma si fa notare anche il carrarmato “Die as One”). Non mancano pure brani che si aprono a scenari acustici molto godibili (la conclusiva “By the Light of the Morning Star”): se a questo aggiungiamo la sempre ottima performance di Ivo Jumly, il piccolo elvetico dalla grande voce, ne deriva che “Rise of the Fallen” è un ottimo disco per tutti gli appassionati di heavy metal classico, a tinte fosche ma non troppo, da qualche parte fra i Metal Church e gli Attacker.

(René Urkus) Voto: 7,5/10