(Svart Records) La voce di Aleah Starbridge è qualcosa di sensuale, delizioso, ipnotico. Ed inserita in un contesto lento, triste e decadente è pura esaltazione dei sentimenti oscuri, un oceano di malinconia le cui onde trascinano via il dolore, senza lavarne l’intensità. Ma Aleah non c’è più: E questo “Hour of the Nightingale” è un lascito con un infinito valore emotivo, trasmesso in ogni nota e ogni parola pronunciata dalla sua voce infinita la quale, grazie a questo lavoro, vivrà per sempre. I Tree of Eternity sono la band del compositore Juha Raivio (anche fu-compagno di Aleah), assieme a Fredrik Norrman e Mattias Norrman (ex-Katatonia/October Tide) con Kai Hahto (Wintersun, Swallow the Sun). Aleah era vocalist ed autrice, origine sudafricana, ed in passato era stata guest vocalist anche degli Amorphis (album “Under the Red Cloud”). Dieci tracce profonde, intense, superlative. Perle dal valore incalcolabile? Tutte, ma forse rimane nel cuore Il duetto con Mick Moss degli Antimatter su “Condemned to Silence”, ed il duetto con Nick Holmes dei Paradise Lost nella conclusiva, in tutti i sensi, “Gallows Bird”. Un album fantastico e maledettamente struggente: a volte è difficile accettare l’approccio dei nostri limiti umani quando la nostra stessa essenza genera un livello artistico come la voce di Aleah. Ma forse è proprio questo che rende tutto così vivo, così ricco di emozioni. Con “Hour of the Nightingale” rimane la Sua voce. Le sue parole. E forse per un tempi indefinito, quel che noi umani osiamo chiamare eternità.

(Luca Zakk) Voto: 9/10

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