(Autoproduzione) Ben singolare, l’ep di esordio dei russi (ma loro dicono esplicitamente ‘della Crimea’) Heater Wasteland: quattro brani strumentali medieval/folk (o, per dirla con le loro parole, ‘Heretical Folk Art’) suonati da una formazione che vanta tre bassisti ma nessun chitarrista. Il sound può ricordare facilmente gli Arkona più tranquilli o i Manegarm acustici, ma c’è sempre quel qualcosa di particolare in più; alcuni passaggi di “Tre Sverd” hanno un che di fiabesco, mentre la titletrack (presente in due versioni) vede effettivamente dei passaggi sperimentali di basso assai attraenti. “Venice (Barocco veneziano)”, devo essere onesto, non mi restituisce troppo una immagine della Serenissima; “Wicker Man”, dal canto suo, ha qualcosa di genuinamente folklorico e popolare. Un esperimento riuscito.

(René Urkus) Voto: 7/10