(Einheit Produktionen) Radicale thuringian pagan metal per il quarto album dei Surturs Lohe, che prendono il nome dalla spada del gigante che, alla fine del Ragnarok, incendierà l’intero universo. I nostri suonano esattamente come durante la prima ondata vichinga a cavallo degli anni 2000, quindi chi è ancora legato alle sonorità di Manegarm, Menhir, o magari Mythotin, si troverà certamente a proprio agio. Dopo l’intro parlata (naturalmente in tedesco), “Lohe Surt” è la più classica e brutale delle sfuriate, ma i nostri non si fermano alla violenza: la titletrack, di quasi nove minuti, prosegue per una buona metà su suoni d’atmosfera, e contiene addirittura qualche vocalizzo operistico di una guest singer. Dal canto suo, “Unter den Linden” è una ballad dai toni tristi e medievaleggianti, e pure “Gotengrab” si attesta su registri lenti, solenni ma comunque radicalmente pagani (la eleggerei, per la sua epicità, a traccia più interessante del disco). Si chiude con i dieci minuti di “Schildwacht”: un pezzo fluviale, con momenti acustici di un certo rilievo (soprattutto la coda), mai davvero esaltante ma comunque ben fatto. Ai pagani in circolazione è consigliato almeno un ascolto.

(René Urkus) Voto: 7/10