(Metal Blade) La band di Brooklyn si rifà viva sette anni dopo “Kiss the Lie” e questa volta attraverso la Metal Blade Records. Un giusto premio per la formazione newyorkese attiva già dagli anni ’90 e da sempre dedita a un crossover inusuale e sostanzialmente prodotto dalla volontà di mischiare djent, groove metal, thrash, nu metal, metalcore, con swing e jazz oltre a momenti anche di tipo soft o quanto meno di taglio melodico e un hip hop trascinante. Dopo l’incidente autostradale del 2002 i Candiria hanno proceduto con tappe sempre più distanti tra di loro, come ad esempio i cinque anni tra “What Doesn’t Kill You…” e “Kiss the Lie”. Proprio da quest’ultimo la band riemerge dopo molto tempo, ma quanto meno attraverso una qualità musicale affinata e ormai consolidata. La sensazione di vivere una seconda parte dell’album forse con una ricerca melodica ben superiore a alla prima parte sembra essere evidente. Dall’iniziale “While They Were” l’eemento hip hop e rap emerge costantemente, ma soprattutto c’è un metal molto più pompato e tonico, rispetto appunto a quello che segue dopo che pare essere invece più fluido e lavorato. Gli inserti jazz e swing sono piccole isole improvvise che rompono la tensione musicale sviluppata lungo i vari brani. Nuovo batterista, Danny Grossarth, e altra seconda chitarra, Julio Arias contribuiscono a loro modo a questa versione forse più semplice dei Candiria rispetto al passato, eppure non manchevole di qualità.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10