(Steamhammer / SPV) Un album arioso “The Great Momentum” perché le melodie sono ampie, vaste, si respirano e grazie alla voce della splendida Sabine Edelsbacher, consueto punto di forza degli Edenbridge, e un’orchestrazione imponente (forse troppo?) e pietra angolare del tutto. Sono i due elementi che fanno la parte del leone in “The Great Momentum”, mentre il riffing passa necessariamente in secondo piano. Quanto poi tali melodie e canzoni abbiano un peso concreto, un valore definito viene difficile dirlo. Voce e capacità compositiva di Lanvall (chitarre, tastiere, pianoforte bouzouki e altro, nonché di nuovo produttore, come nel precedente album) sono da sempre i segni principali del sound degli Edenbridge. La band non ha presentato negli anni delle progressioni, dei cambiamenti sostanziali, restando così legata al symphonic metal più semplice e immediato possibile. Non è dunque “The Great Momentum” l’album che offre una qualsiasi novità, se non fosse appunto per un lavoro tastieristico e orchestrale, oltre a inserti acustici redatti da Lanvall e Dominik Sebastien, altra chitarra, da un peso superiore che in altre occasioni. Siamo al nono album in carriera per Sabine e gli altri e a questo punto una band metal o cambia radicalmente, ma non è da tutti e non lo vogliono tutti, oppure è ancora capace di scrivere buone canzoni. Chi scrive valuta bene il secondo aspetto per gli Edenbridge, perché per quanto certe canzoni mostrino un impianto pomposo, le melodie riescono a essere sempre semplicemente Edenbridge come avviene da anni. La canzone “The Moment Is Now” è un esempio, racchiude tutti i cliché tipici della formazione austriaca. Forse il passo falso avviene negli oltre dodici minuti di “The Greatest Gift of All”, la composizione appare forzata e poco ‘spontanea’. Un riempitivo? Chi è fan resterà comodamente disteso a godere di queste melodie e come “The Great Momentum” mostra dei passi veloci, spediti e con qualche sezione strumentalmente d’impatto, mentre altri sembrano concedere dell’intimismo, riflessione e toni lievemente delicati. Un album vario alla fine, come d’abitudine per la band austriaca.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10