(Selfmadegod) È la prima volta per Metalhead.it di fare una considerazione su un album di Those Who Bring The Torture, uno dei tanti progetti di Rogga Johansson, chitarrista per Putrevore, Megascavanger, Ribspreader, Johansson & Speckmann, Paganizer e tante altre band. La prolificità del chitarrista svedese produce questo quinto album con tale moniker, ovviamente sotto l’egida del death metal che fonde una grossa parte della tradizione old style svedese con i primi esempi del death americano. Siamo su sonorità inevitabilmente Hypocrisy, ma più plastiche, livellate, le quali ospitano progressioni tanto care ai Malevolent Creation. Fatevene pure voi un’idea QUI. Francamente lo stile di Rogga sembra un po’ nascondersi rispetto al solito, in queste maglie che raccolgono una tendenza dai tratti thrash metal nelle linee del riffing. Il fatto è che il chitarrista e autore svedese ha sempre tirato fuori riff voraci, aggressivi ma al contempo puliti, questa volta invece sembra esserci molta linearità, pulizia ma poca aggressività. È uno stile diverso dal solito, ma la cosa non dispiace: a cosa serve avere tanti progetti (Johansson ne ha troppi, forse) se poi non si va a misurarsi con altre idee e stili? Questo songwriting non è meno intenso, inoltre offre molto più spazio alla melodia. Prestazione senza sbavature alla batteria per Brynjar Helgetun (con Rogga in molti suoi progetti). L’altra chitarra è Denns Blomberg, un ex Paganizer.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10