(Ektro) Dovrei recensire la Ektro, non la band. Perché la band è assurda… ma la creatività umana non ha limiti, e quindi tutto è ammesso o concesso. La cosa pazzesca è veramente la Ektro… non tanto per cosa decide di pubblicare (sono sempre più strane le cose che ci fa pervenire, a volte ai confini con la musica… in quanto tale), ma per l’immensa capacità di scovare progetti come i Motelli Skronkle, trio rurale attivo fin dal 1980. Se siete col paraocchi “solo metal” potete passare oltre. Questa entità finlandese è minimalista fino all’assurdo. Ci sono delle voci che risulta provocanti e simpatiche allo stesso tempo, voci che recitano versi di canzoni (poesie?) ovviamente in lingua madre, della quale è fantastico apprezzare la musicalità. Ci sono anche cori, si, quelli da falò, quelli da taverna, a volte epici, tradizionali e magari partigiani. Ci sono suoni ridotti all’essenziale, tanto che sembra quasi assurdo pensare alla registrazione in uno studio professionale, in quando la stalla (con gli animali) potrebbe essere perfetta, anzi, sicuramente più suggestiva. C’è del tantrico in “Juna” (il titolo significa “Treno”). C’è del country artico. Ci sono jingle. C’è tradizione contadina e nervosismo urbano. C’è del proto-blues. Ed una infinità di groove polare. Sono così assurdi che risulta impossibile ascoltarli… e contemporaneamente mi ritrovo al quinto ascolto, attratto da un magnetismo rustico irresistibile.

(Luca Zakk) Voto: 9/10